Da alcuni anni le università italiane stanno proponendo il “blended learning”, o apprendimento misto, che combina l’apprendimento online con quello tradizionale in presenza. Stiamo parlando di università dove, un tempo, le lezioni potevano essere seguite solo recandosi fisicamente presso l’edificio. Il digitale ha dato alle persone una nuova opportunità: apprendere in modo più flessibile e comodo.
Fare blended learning significa seguire alcune lezioni in presenza, altre in streaming e altre ancora attraverso video pre-registrati. Può includere esami e quiz interattivi, forum di discussione, simulazioni e altre risorse digitali.
Il concetto ha preso piede con l’avvento di Internet e il progressivo sviluppo della tecnologia digitale, ma in Italia c’è voluta la spinta della pandemia perché si diffondesse in modo significativo nelle aule universitarie. E non solo in quelle. È un approccio utilizzato in molti contesti, dalla formazione aziendale all’istruzione superiore.
Naturalmente non è detto che piaccia a tutti questo modo di apprendere: c’è chi preferisce il contatto umano con i professori e con gli altri studenti e chi invece vorrebbe seguire sempre tutto online. Di sicuro consente di tagliare alcuni costi come i trasporti, l’affitto di una stanza se si è studenti fuorisede e altre spese. Ma ognuno può scegliere l’indirizzo e la facoltà che preferisce anche in base a questi criteri.
Nel mondo diverse Università, come Harvard e l’Università di Phoenix negli Stati Uniti, offrono una serie di programmi di laurea e post-laurea in formato blended. Anche la Stanford School of Medicine utilizza il blended learning per insegnare anatomia, combinando lezioni in aula con risorse online come video e simulazioni 3D. Questo tipo di insegnamento si trova anche in alcune scuole superiori: da diversi anni nella Carpe Diem Collegiate High School in Arizona, USA, gli studenti trascorrono parte del tempo in aula per le lezioni tradizionali e la restante parte in laboratori di computer per l’apprendimento online. Sono soltanto alcuni esempi. Ce ne sono altri. E sono destinati a crescere in futuro.