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Telemedicina, stiamo cominciando a usarla ma dobbiamo fare di più

Sei strutture su dieci non utilizzano la telemedicina nel settore sanitario privato. A frenare la sua diffusione è, per il 24% dei centri, la complessità organizzativa, mentre il 9% pensa che il problema siano i costi. Questi dati, che provengono dalla Fondazione Bruno Visentini-Fasdac, ci dicono chiaramente che l’Italia è in ritardo nell’utilizzo degli strumenti di cura e assistenza da remoto.

Però qualcosa stiamo cominciando a fare.

Stanno emergendo diversi progetti e soluzioni, sia nel settore pubblico sia in quello privato, in questo percorso che prevede l’impiego delle tecnologie digitali per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e la qualità delle cure, e nel frattempo per cercare di ridurre i costi.

Uno degli strumenti più utilizzati è la televisita, che permette al paziente di fare visite mediche da remoto. Questo avviene attraverso l’uso di dispositivi come smartphone, tablet o computer, con l’aiuto di app o piattaforme digitali dedicate. Queste soluzioni sono particolarmente utili per la gestione di malattie croniche, per il monitoraggio a distanza di parametri vitali e per la consulenza medica in caso di necessità.

Un esempio è una piattaforma sviluppata da una società italiana in collaborazione con una grande azienda farmaceutica, che consente ai pazienti con diabete di gestire la propria malattia in modo più efficace e personalizzato, perché dà la possibilità di monitorare da remoto i livelli di glicemia e insulina.

Altri dispositivi utilizzati in telemedicina sono quelli “indossabili, i “wearable” come smartwatch o braccialetti fitness, che possono monitorare vari parametri fisiologici, come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna o il livello di ossigeno nel sangue. Questi dati possono essere poi condivisi con il medico per un monitoraggio costante e per un intervento tempestivo in caso di anomalie.

La telemedicina si sta diffondendo nel nostro Paese anche nelle case di riposo, dove permette un controllo costante degli ospiti, o nei piccoli centri sanitari delle aree rurali, dove ci sono meno strumenti, risorse e personale.

Nonostante le difficoltà e i ritardi, la telemedicina rappresenta una grande opportunità per il nostro sistema sanitario, perciò tutti i soggetti coinvolti — istituzioni, operatori sanitari, pazienti e fornitori di tecnologia — devono impegnarsi per applicarla. Sarà fondamentale investire nella formazione del personale sanitario e nella sensibilizzazione dei pazienti sull’importanza e sui benefici di queste tecnologie.

[edit] È stata aggiornata la dicitura televisita grazie ai consigli di Sergio Pillon.

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