Le nostre città stanno diventando sempre più “intelligenti” grazie al digitale. L’anno scorso un Comune italiano su 5 ha avviato progetti nel campo delle smart city, grazie anche agli investimenti messi in campo dal PNRR, in tutto circa 17 miliardi di euro.
Investire per rendere la propria città più smart significa migliorare l’illuminazione pubblica, semplificare e velocizzare il modo di spostarsi con mezzi pubblici e privati ma anche misurare meglio i consumi con lo smart metering (i sistemi che consentono la telelettura e la telegestione dei contatori di luce, gas, acqua). In una smart city ci sono gli smart building, edifici confortevoli, sicuri e tecnologici, così come ci sono le smart grid, rete elettriche intelligenti basate sulla digitalizzazione, e le comunità energetiche rinnovabili, associazione di persone che condividono l’energia che producono.
Quasi la metà dei Comuni italiani, più precisamente il 39% di quelli sopra i 15.000 abitanti, ha avviato almeno un progetto di Smart City nel 2022. La stragrande maggioranza di questi “sperimentatori” ha intenzione di investire in nuove iniziative anche in futuro. C’è però, dice una recente ricerca dell’Osservatorio Smart City del Polimi, una scarsa consapevolezza rispetto alle vere potenzialità delle tecnologie: molti Comuni sono convinti di adottare applicazioni “smart” quando in realtà sono fermi a un livello ancora superficiale di innovazione.
Per questo è importante conoscere a fondo il digitale e saperlo usare: perché, se applicato bene, è in grado di trasformare il luogo in cui viviamo in un posto migliore.