Sono 27 anni che lavoro nel digitale e ho visto più d’un Presidente del Consiglio alternarsi nell’annunciare l’Italia digitale.
Ho visto eserciti di digitalizzatori, milioni di euro per fare portali spenti l’anno successivo e Campioni digitali che avevano perfino un inno. Ho letto di successi, di record, di login unici, di semplificazione, di App rivoluzionarie.
Ho aspettato pazientemente che il guru di Amazon venuto dall’America a digitalizzare il Paese mettesse “i tubi” col suo team rivoluzionario, per poi… andarsene senza aver fatto “un tubo”.
Ho parlato con Ministri al digitale pieni di buona volontà e soprattutto di equilibri politici.
Siamo già nel 2021 e l’Italia continua ad essere lasciata analogica, gli italiani in coda con dei pezzi di carta chiamati bollettini postali, gli impiegati con i timbri sulla scrivania, i fax per disdire le cose e le commissioni per gli esami di maturità che usano la ceralacca come sigillo…