Hai già scaricato la mia app?

In fondo siamo già cyborg

In fondo siamo già cyborg, ovvero il risultato di un’ibridazione tra uomo e macchina.

Dopo Homo Erectus (l’uomo in piedi) e Homo Sapiens (l’uomo che sa; l’uomo che iniziò ad usare il fuoco, strumenti di lavoro e comunicazione, ecc.), ora è l’era del nuovo homo cyber (l’uomo connesso ai computer).

Dopotutto gli apparecchi acustici sono protesi tecnologiche che collaborano costantemente col nostro corpo.

Gli occhiali sono delle protesi tecnologiche. Oggi aiutano addirittura gli ipovedenti a riconoscere gli oggetti, grazie a microcamere connesse allo smartphone, che invia ciò che vede a una AI che ne riconosce il contenuto e lo restituisce sotto forma di spiegazione audio riprodotta dagli occhiali stessi.

Oppure le protesi alle gambe, sempre più tecnologiche e in grado di far camminare chi non ne era più in grado.

Tutto però assume caratteristiche molto diverse quando si tratta di microchip impiantati nel corpo. Alcuni, per ora poco intelligenti, permettono di aprire il cancello, sbloccare il telefonino o effettuare pagamenti.

Cosa succederà quando, invece di essere semplicemente sensori o trasmettitori, le protesi inizieranno a prendere decisioni autonome? Al momento, potrebbe sembrare impensabile che le persone possano scegliere di delegare ad un’intelligenza artificiale decisioni così importanti come le azioni del proprio corpo. Tuttavia, quando ciò porterà a una maggiore comodità, esiste il rischio che diventi una scelta comune.

E occuparcene solo allora sarà troppo tardi.

Dobbiamo fare qualcosa adesso.

In fondo siamo gia cyborg 1
Condividi su: