La scuola italiana è in ritardo sull’istruzione digitale, dice una relazione di qualche mese fa della Corte dei conti europea. I professori sono ancora poco formati, i collegamenti a Internet sono spesso troppo lenti e ci sono pochi computer e tablet per insegnanti e studenti. Bisogna fare di più, perché i bambini e i ragazzi che oggi siedono sui banchi delle nostre scuole saranno presto adulti in cerca di lavoro e di affermazione personale. Se non verranno educati sin da piccoli ad acquisire competenze digitali (che significa molto di più del semplice uso del cellulare per stare sui social o mandare messaggi agli amici), si troveranno impreparati nelle sfide da affrontare.
Il digitale applicato all’insegnamento scolastico può arricchire le esperienze di studio e migliorare i processi di apprendimento. Per esempio ci sono piattaforme digitali che permettono di organizzare lezioni online, condividere materiale didattico e interagire con studenti e genitori.
Un altro esempio è l’uso di sistemi di apprendimento basati su giochi: ci sono piattaforme che consentono di creare quiz interattivi che possono essere utilizzati per ripassare una materia o introdurre nuovi argomenti in modo divertente e coinvolgente.
La digitalizzazione nella scuola può anche contribuire a ridurre le diseguaglianze: alcune associazioni offrono un catalogo di risorse didattiche digitali gratuite a studenti e docenti. Anche chi non potrebbe permettersi di acquistare libri o corsi, ha a disposizione quello che gli occorre per imparare.
In un post di qualche tempo fa suggerivo l’insegnamento del coding negli istituti scolastici fin dalle elementari: imparare a programmare abitua a utilizzare un pensiero logico che risulterà utilissimo quando il bambino diventerà grande.
Ovviamente, non dimentichiamolo mai, bisogna educare i minori a un uso responsabile delle tecnologie. La scuola, in questo, può giocare un ruolo fondamentale: può insegnare come utilizzare questi strumenti, ma anche come gestirli in sicurezza.