Stanno arrivando nuove risorse per potenziare la formazione del personale della scuola sulle competenze digitali. È un’iniziativa importante perché, anche se negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti, nella scuola italiana c’è ancora molto da fare per raggiungere gli standard europei di digitalizzazione.
In particolare la pandemia ha evidenziato le carenze dell’istruzione digitale nel nostro Paese: in molti istituti sono emersi problemi di connettività e di accesso alle tecnologie da parte di studenti e insegnanti.
D’altra parte ci sono state anche iniziative positive, come l’utilizzo di piattaforme online per la didattica a distanza e la diffusione di strumenti digitali per la gestione delle attività. Tra questi, solo per fare un esempio, c’è da tempo la Lim, lavagna interattiva multimediale sulla quale è possibile scrivere, disegnare, allegare immagini, visualizzare testi e riprodurre video.
Ora la nuova sfida è l’intelligenza artificiale generativa, in grado di scrivere testi o generare immagini e video in autonomia: alcuni docenti sono favorevoli al suo utilizzo, altri hanno dubbi o esprimono critiche di vario tipo.
Alla base di incertezze e timori c’è la mancanza di un’approfondita conoscenza del digitale: bisognerà formare i docenti in modo adeguato perché usino sempre più spesso le tecnologie a loro disposizione e accolgano il digitale tra le mura delle aule scolastiche. Per gli studenti, che già ne conoscono le opportunità, sarà un vantaggio.
Servono anche le infrastrutture: gli edifici scolastici devono avere connessioni stabili e robuste, in modo che insegnanti, personale amministrativo e allievi possano collegarsi a Internet in qualunque momento senza problemi. Lo scopo è sempre lo stesso: dare ai ragazzi un’istruzione ricca e completa.
Mentre si provvede a formare il personale e a rendere gli istituti più connessi, bisogna anche pensare alla sicurezza. Con l’aumento dell’uso delle tecnologie aumenta infatti il rischio di attacchi informatici. Un’agenzia indipendente che lavora per il Congresso degli Stati Uniti ha segnalato che le interruzioni operative degli istituti scolastici successive a un attacco informatico durano da tre giorni a tre settimane, mentre per il ripristino occorrono dai due ai nove mesi. Un tempo quasi infinito per chi deve istruirsi in modo serio. Oltre agli hacker solitari, le scuole americane devono far fronte a governi e gruppi di criminali stranieri altamente specializzati, che puntano ai dati di dipendenti e studenti e ad altre informazioni sensibili. Non vogliamo che questo accada anche in Italia. Perciò bisogna rendere sempre più digitale la scuola, ma anche, a partire da oggi, sempre più protetta dagli attacchi informatici.