Il digitale può migliorare la sanità, ma i nostri dati devono essere assolutamente protetti. È importante, perché in futuro ci affideremo sempre più agli strumenti digitali per curarci.
La telemedicina sarà la norma, con visite virtuali e monitoraggio dei pazienti da remoto, soprattutto dei malati cronici e di chi non può spostarsi da casa. Gli strumenti di intelligenza artificiale e machine learning saranno usati per diagnosi e trattamenti. Le persone indosseranno dispositivi e sensori per monitorare i propri parametri vitali in tempo reale.
Di conseguenza le informazioni sul nostro stato di salute saranno sempre più nel digitale, conservate presso ospedali, cliniche, centri specialistici, enti pubblici e privati.
Secondo un recente rapporto, un’azienda sanitaria su cinque non presta la necessaria attenzione alla sicurezza dei dati sanitari dei pazienti. E solo il 7% delle aziende sanitarie italiane ha una funzione che si occupa di cybersecurity. Bisogna fare molto di più. Perché queste informazioni sono preziose e delicate.
I cyber-criminali che riescono ad accedere ai database dei centri sanitari hanno in mano un patrimonio. I dati dei pazienti possono essere venduti sul deep web o utilizzati per creare truffe mediche mirate.
Per le organizzazioni sanitarie, un attacco di questo tipo può comportare notevoli costi: dovranno risarcire i pazienti per eventuali danni e ovviamente fare investimenti in sicurezza informatica per prevenire futuri attacchi. Ma c’è anche il rischio della perdita di fiducia da parte del pubblico: un attacco del genere può avere un impatto duraturo sulla reputazione dell’organizzazione.
Cosa fare, dunque, per rendere più sicura la sanità digitale? Innanzitutto, investire nella cybersecurity. E poi ovviamente rispettare tutte le regole per mantenere i sistemi protetti: dall’uso di crittografia alla formazione del personale sulla sicurezza informatica alla vigilanza costante dei sistemi per rilevare e rispondere rapidamente ai tentativi di violazione. Senza dimenticare però che siano noi i primi a cadere vittima di criminali quando usiamo una password troppo semplice per i nostri account oppure clicchiamo su un link non affidabile: capita in sanità, può capitare in qualsiasi altro settore.