Il progresso tecnologico ha una sua inerzia, una direzione che sembra inarrestabile.
Le invenzioni non si possono disinventare. Il digitale è qui e sta già trasformando la nostra realtà in modi che non possiamo ignorare. Quello che possiamo e dobbiamo fare, se sostenitori del cyberumanesimo, è garantire che questa trasformazione avvenga in un modo che rispetti e valorizzi l’umanità. Che non permetta alla tecnologia di dominare l’uomo, ma che la metta al suo servizio.