Il digitale ci permette di fare tante cose interessanti, per esempio di diventare nomadi digitali. Una designer americana di 39 anni è la prima nomade digitale approdata a Ollolai, paese della Barbagia di 1.200 abitanti, nel cuore della Sardegna, grazie a un progetto dell’amministrazione comunale che incentiva gli arrivi proponendo una casa al prezzo simbolico di 1 euro al mese, a patto che la si ristrutturi e la si abiti. La donna, che da un paio d’anni lavorava già da remoto, viene dalla California e ha risposto alla chiamata insieme ad altri 1.112 candidati. È solo una delle più recenti storie di nomadismo digitale, lo stile di vita che sfrutta le tecnologie digitali per consentire il lavoro da remoto, anziché da un luogo fisso come un ufficio. I nomadi digitali utilizzano dispositivi come laptop, smartphone e connessioni internet wireless per fare il loro lavoro da qualsiasi parte del mondo.
Vi ho spesso parlato di quanto Internet sia stato importante per cambiare e migliorare il nostro modo di lavorare. Il digitale ha reso possibile lo smart working, la nuova modalità di lavoro flessibile che tanti di noi stanno praticando, e il south working, una sua declinazione, che significa lavorare da remoto dal Sud per aziende del Nord. Ma le storie di nomadismo digitale sono le più appassionanti, e ce ne sono sempre di nuove.
Per esempio un nomade digitale che si fa chiamare “Pirate” ha viaggiato per il mondo lavorando da posti diversi e attualmente residente a Maiorca, Spagna, dove ha creato una comunità internazionale di nomadi digitali chiamata “SOUL people”. Gli appartenenti a questo gruppo viaggiano insieme e condividono l’affitto e le spese quotidiane, rendendo lo stile di vita nomade più accessibile e sostenibile.
La sua vicenda è stata raccontata da una testata internazionale online, che riferisce anche quella di una giovane donna originaria della Russia, che ha iniziato la sua avventura da nomade digitale nel 2015, vendendo la propria auto e comprando un biglietto per la Thailandia. Lì ha scoperto l’opportunità di lavorare da remoto come manager di marketing per una società in franchising. Col passare del tempo, si è trasformata in un’esperta di marketing, viaggiando in oltre 45 Paesi di quattro continenti. Tuttora, con il suo laptop, lavora da luoghi esotici come Bali, Nepal e India.
Il nomadismo digitale può coinvolgere una varietà di professioni: scrittori, giornalisti, freelance di vario tipo, designer, sviluppatori software, consulenti. Molti nomadi digitali vivono una vita di viaggi, spostandosi da una città all’altra o da un Paese all’altro, altri scelgono di rimanere in un unico luogo per periodi di tempo più lunghi.
Ci sono anche delle sfide da affrontare, come l’isolamento sociale, la mancanza di una rete di sicurezza finanziaria stabile e la difficoltà di stabilire una routine di lavoro.
Ma, se si ha l’indole giusta e si ama viaggiare, può essere il modo di lavorare più appassionante del mondo. Se non fosse esistito Internet, tutto questo non sarebbe stato possibile.