Come sapete sono un forte critico dell’uso del termine Metaverso per definire la Realtà Virtuale nelle sue evoluzioni plausibili.
Ora è stato creato il Metaverse Standard Forum (https://metaverse-standards.org), ovvero un gruppo di persone e aziende con l’obiettivo di definire gli standard di interoperabilità, ovvero il punto più caldo di tutti. Come sostengo da molto tempo, i big come Meta andranno ognuno per la propria strada e ci sarà poco spazio per l’interoperabilità e la scalabilità. Questo unito alle altre caratteristiche che dovrebbe avere il metaverso, scalabilità massiva, standard aperti, decentralizzazione e no-ownership, lo rendono impossibile da realizzare.
Siccome da sempre amo “sporco le mani” da dentro, nonostante sia contro l’uso sbagliato del temine e di quello che ne fanno molti, ho deciso di entrare nel gruppo di lavoro e portare la mia esperienza al fine di combattere da dentro le direzioni sbagliate.
La prima battaglia sarà sul nome. Quella che ho già perso fuori, e che andrò a perdere da dentro, ma almeno avendola combattuto con onore. Ho già fatto presente che se non si è chiarisce cosa sia il “metaverso”, in termini di comunicazione, questo sarà la condanna a morte di tutta l’operazione. Questo per due ragioni. La prima è che così di tengono fuori tutti quelli che vendono scatole vuote col mattone virtuale dentro fatto di NFT e Crypto, spacciandole per il futuro e per il “metaverso”. La seconda è che se non si parte dalle basi, non ci si possono costruire sopra standard e alleanze solide.
E comunque “quel” metaverso lo scriverò sempre tra virgolette, perché quello senza non esiste e non esisterà mai.