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Le piattaforme devono implementare la verifica dell’età

Le piattaforme devono implementare la verifica dell’età, al più presto, senza se e senza ma. Senza scuse e senza dilungare i tempi con il classico ”vedremo come fare”. È normale che l’età di chi accede a internet e ai social media sia sempre più bassa, il tempo scorre e le invenzioni non possono essere disinventate, ma devono e essere migliorate, nell’ottica della salvaguardia dei minori, soprattutto se bambini.

Il centro della questione, come dicevo, è che sempre più minori si iscrivono ai social network ma troppo spesso senza alcun controllo né da parte dei genitori né da parte delle piattaforme sulle quali si registrano. È un problema e un pericolo: secondo una ricerca di Telefono Azzurro in collaborazione con Doxa Kids, a quasi la metà degli utenti tra i 12 e i 18 anni è capitato di trovarsi di fronte a contenuti poco appropriati e nel 25% dei casi sono rimasti turbati e impressionati. Le norme introdotte per regolare l’accesso di bambini e ragazzi ai social si sono rivelate inefficaci, così in Italia si sta aprendo il dibattito su come intervenire per renderle più stringenti e utili. Vediamo com’è ad oggi la situazione.

In Italia l’età minima per iscriversi ai social network è di 14 anni. Lo prevede l’articolo 2-quinquies del decreto legislativo 101 del 2018, che ha recepito nel nostro Paese il Regolamento Generale Sulla Protezione Dei Dati (GDPR, dall’inglese General Data Protection Regulation), il provvedimento dell’Unione Europea che disciplina il modo in cui le aziende e le altre organizzazioni trattano i dati personali, promulgato il 25 maggio 2018. Al GDPR fanno riferimento le condizioni di utilizzo dei principali social network. Questo regolamento prevede una soglia minima di 16 anni per l’iscrizione ai social in Europa. C’è tuttavia la possibilità per gli Stati membri dell’UE di stabilire per legge un’età diversa, purché non inferiore a 13 anni. L’Italia ha scelto di fissare l’età minima a 14 anni. In questi mesi la Francia sta valutando di innalzarla a 15.

Sotto i 13 anni, nessun minore può iscriversi ai social network perché è tutelato dalla legge americana alla quale si rifanno le società che possiedono i social.

Dunque, tra i 13 e i 14 anni, in Italia, è necessaria l’autorizzazione dei genitori.

Il problema è che le procedure di registrazione lasciano ampio spazio alla falsificazione dei dati, i controlli non vengono eseguiti e non sono previste sanzioni.

Secondo le norme vigenti, un minorenne che ha 13 anni, e che riferisce una data di nascita non veritiera solo per iscriversi a un social network, non può essere incriminato.

D’altra parte, non sono previste sanzioni neppure per le piattaforme. L’articolo 8 del GDPR prevede che si adoperino “in ogni modo ragionevole” per verificare che i genitori abbiano prestato il proprio consenso nei casi di iscrizione di bambini di età inferiore ai 13 anni, utilizzando tutte le “tecnologie disponibili”. Tutto qui.

Se poi vengono commessi degli illeciti da minori di 14 anni che si sono iscritti ai social network senza il consenso dei genitori, le conseguenze possono essere di tipo civilistico e ricadono sui genitori per non aver controllato sull’uso dei social network da parte dei figli. Dai 14 anni in su i minorenni possono essere imputabili e rispondono in proprio dei reati commessi, mentre i genitori continuano a risponderne in sede civile.

In Italia si sta aprendo il dibattito su questo tema delicato e importante. Per esempio è sorta l’ipotesi di prevedere sanzioni per le piattaforme rifacendosi all’articolo 83 del GDPR, che prevede sanzioni amministrative pecuniarie fino a 20 milioni di euro, o fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente, se superiore a 20 milioni di euro, per le aziende che non rispettano le norme sulla protezione dei dati.

È una questione urgente a cui tengo molto, come sapete per me il digitale è importantissimo e ha cambiato, cambia e cambierà le nostre vite in meglio e apre a nuove possibilità in ogni campo, ma al contempo i rischi in rete sono molti soprattutto per i minorenni e i bambini e la verifica dell’età certa per le iscrizioni è un tassello imprescindibile per aumentare la sicurezza online dei nostri figli.

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