Sono nato e cresciuto in mezzo all’elettronica e al digitale. In pratica ho passato tutta la vita a soffrire per questa cosa.
Quando ero piccolo giocavo con l’elettronica e tutti avevano paura mi potessi far male con l’acido delle basette di vetronite. E avevano ragione.
Quando è arrivato il mio primo computer e io lo usavo, attratto da questo nuovo mondo per la programmazione, le persone adulte pensavano io giocassi, come facevano tutti i miei amici.
Il cambiamento si sa fa paura e, come ogni rivoluzionaria novità, anche Internet e quella strana macchina chiamata “computer” si pensava avesse avuto vita breve. Alcuni sostenevano addirittura sarebbe stata solo una moda passeggera.
Erano gli inizi degli anni ’90 e vivevo in Italia… Chi avrebbe mai potuto davvero pensare che la mia passione, sempre la stessa, che avevo sin da piccolo, sarebbe potuta diventare una professione? Eppure in altre nazioni era già un lavoro!
Piano piano sono andato avanti, crescevo, ma era sempre una lotta. La maggior parte delle persone continuava a credere che “sta roba” non serviva a nessuno.
Oggi la realtà sta cambiando, è sempre più digitale e la mia passione è finalmente diventata il mio lavoro.
Nonostante ciò non tutti sanno ancora destreggiarsi in questo nuovo mondo e c’è ancora un gran bisogno di cultura digitale.
Chi mi segue da tempo lo sa che la mia è una missione personale che sento dentro: divulgare sapere digitale a più persone possibili per aiutarle senza chiedere nulla in cambio. Lo faccio perché ci vivo dentro ogni giorno e conosco bene le potenzialità e i pericoli di questo mondo che tanti definiscono “virtuale” ma che invece è reale. E fino a che potrò, farò del mio meglio per portare avanti questa mia missione.
Secondo voi ci sto riuscendo?