Quest’anno aumenteranno gli investimenti in tecnologia delle piccole e medie imprese europee e anche di quelle italiane, dice una ricerca condotta in 11 Paesi. È un dato positivo, anche se è essenziale capire di quali investimenti si tratta e quali vantaggi concreti portano alle aziende.
Nonostante la complessa situazione economica, quasi la metà delle imprese intervistate (in Italia il 49%) dichiara di aver stanziato maggiori investimenti rispetto allo scorso anno. Solo una su dieci ha previsto una loro riduzione (nel nostro Paese soltanto una su venti).
In particolare il 40% degli imprenditori italiani investirà oltre 25.000 euro in Information Technology. Ma soltanto il 3% andrà oltre i 115.000 euro.
Per un’impresa su tre, gli investimenti saranno concentrati sul cloud, soprattutto a causa dell’aumento del lavoro ibrido, sull’aggiornamento o la sostituzione dei server e su nuovi hardware. Ma è la sicurezza informatica quella che ha bisogno di maggiori risorse: in Italia il 46% delle imprese ha messo da parte risorse per migliorarla.
È bene intendersi, però, su cosa significhi esattamente investire in innovazione tecnologica: può includere l’acquisto di hardware, software, attrezzature, infrastrutture di rete, servizi di consulenza e formazione per il personale, ma può anche riguardare la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie o prodotti, l’acquisizione di brevetti, la partecipazione a progetti di collaborazione con altre aziende o istituti di ricerca.
In generale l’investimento in tecnologia è considerato un fattore chiave per il successo e la competitività delle aziende in un mondo sempre più digitalizzato. Ma, se si buttano soldi in soluzioni, prodotti o sistemi vecchi, inadeguati o non necessari, qualsiasi investimento sarà inutile, anzi dannoso. Non lasciamoci ingannare da chi usa a sproposito i termini “innovazione” e “tecnologia”: sono concetti fondamentali, ma vanno saputi comprendere per poi metterli in pratica nel modo migliore.