L’Italia si conferma ancora una volta tra i Paesi più colpiti al mondo dai cybercriminali, dice un recente report. Non è possibile che la situazione sia ancora questa. Bisogna impegnarsi di più per proteggere i nostri dati, le nostre reti, le organizzazioni pubbliche e le aziende private che sono sempre più colpiti dagli attacchi. Le nostre informazioni personali sono troppo preziose per finire nelle mani sbagliate e dobbiamo fare di tutto per evitare che questo accada.
Invece siamo il terzo Paese al mondo, e il primo in Europa, maggiormente colpito dai malware nei primi 6 mesi del 2023.
In tutto sono stati intercettati 174, 6 milioni di malware, i “malicious software” progettati per causare danni o infiltrarsi in un computer, in un server o dentro una rete informatica senza il consenso del proprietario. Il termine comprende vari tipi di programmi dannosi tra cui virus, worm, trojan, ransomware, spyware, adware.
Questi malware ci rubano informazioni sensibili (come dati bancari o identità digitali), criptano o cancellano i nostri dati, controllano le nostre attività e possono alterare o interrompere le normali funzionalità del sistema. I danni che causano possono essere davvero gravi.
Poi ci sono le minacce via e-mail: quelle che hanno colpito l’Italia nel primo semestre 2023 sono state oltre 119 milioni. Per non parlare dei siti malevoli, le pagine web create apposta per ingannare le persone, che hanno ricevuto ben 5,47 milioni di visite. Ne sono stati bloccati 68.334, ma non basta. Dobbiamo lottare anche contro le app malevole (ne sono state scaricate 78,2 milioni). Comincia a diventare un terreno minato l’online banking: i malware unici intercettati mentre gli utenti facevano operazioni sul sito della propria banca sono stati 1.804.
La rapida espansione di strumenti di intelligenza artificiale generativa ha aggravato la situazione: i cybercriminali hanno cominciato a utilizzare nuovi strumenti come WormGPT e FraudGPT. D’altra parte, la stessa tecnologia può essere utilizzata anche da chi si occupa di sicurezza per lavorare in modo più efficace.
Se è vero che le statistiche ci parlano di un’Italia sotto attacco, è altrettanto vero che abbiamo professionisti che ogni giorno si impegnano per rendere Internet un posto più sicuro. Ad occuparsi di sicurezza sono l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), responsabile dell’attuazione della strategia digitale del Paese, e quindi anche della promozione di una cultura di sicurezza digitale, il CERT (Computer Emergency Response Team) italiano, che gestisce gli incidenti di sicurezza informatica a livello nazionale, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, impegnata sui crimini commessi tramite posta e telecomunicazioni, inclusi quelli su Internet. C’è poi l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e il Team per la sicurezza cibernetica dell’Arma dei Carabinieri, specializzato in crimini informatici di varia natura, dalla pedopornografia online al cyberterrorismo.
Tutte queste istituzioni lavorano insieme per rendere Internet un luogo più sicuro per tutti gli italiani. Hanno bisogno del nostro appoggio e del nostro incoraggiamento, perché possono fare in modo che l’Italia perda il triste primato di nazione più colpita d’Europa e sia finalmente più protetta.