L’anno appena trascorso sarà ricordato come quello in cui l’intelligenza artificiale ha iniziato non solo a “pensare’”, ma anche a “creare”. È soprattutto per questo che, negli ultimi mesi, si è parlato tanto di AI, e si continuerà sempre di più a farlo.
Dobbiamo avere presente cosa significa intelligenza artificiale nel suo senso più ampio, e cosa è invece l’intelligenza artificiale generativa, che è proprio quella che ha fatto esplodere l’interesse di massa.
Possiamo immaginare l’intelligenza artificiale come una sorta di grande ombrello sotto il quale troviamo diverse tecnologie. Tra queste, una sottocategoria è proprio l’AI Generativa.
Per capire l’evoluzione, dobbiamo tornare agli albori dell’AI nata nei primi anni ’50. Inizialmente è stata orientata verso la risoluzione di problemi e verso la logica: pensiamo ai primi programmi capaci di giocare a scacchi o risolvere equazioni matematiche. Con l’avanzare della tecnologia, l’AI si è evoluta fino a includere l’apprendimento automatico (machine learning), che consente ai sistemi di imparare dai dati, migliorando le loro prestazioni nel tempo.
L’AI Generativa è un fenomeno più recente. Si tratta di un tipo di intelligenza artificiale specializzata nella creazione di contenuti: immagini, testi, musica e persino codici di programmazione. In pratica scrive in pochi secondi testi che potrebbe produrre un umano mettendoci più tempo, realizza foto a volte indistinguibili da quelle vere, compone brani musicali.
Questa branca dell’intelligenza artificiale ha iniziato a guadagnare popolarità nel 2014, ma è nel 2023 che abbiamo visto un’esplosione nel suo utilizzo e una forte crescita dell’interesse nei suoi confronti. Questo è accaduto perché, a un certo punto, gli scienziati sono riusciti ad ottenere la disponibilità di grandi quantità di dati e la potenza di calcolo necessaria per addestrare modelli complessi. Insomma, hanno schierato una “potenza di fuoco” che ha dato vita a qualcosa di mai visto e rivoluzionario. Infatti sta già rivoluzionando il mondo dei creativi, di quelli che lavorano con le parole, con le immagini, con i suoni.
In sintesi, mentre l’AI classica ha tracciato il percorso, l’AI Generativa sta dipingendo un nuovo paesaggio digitale, dove le macchine non sono più solo strumenti di calcolo, ma aiutanti o assistenti delle persone. In questo caso la macchina può essere considerata, di volta in volta, uno stagista, un aiutante, una “segreteria”, un suggeritore, un tuttofare: non si può prendere per oro colato quello che produce, c’è bisogno di lavorarci sopra, ma dà un aiuto valido a chi la utilizza.
Purtroppo, a causa di tutto questo, molti lavori scompariranno, ma nasceranno anche professioni nuove. Certamente tutti noi dovremo adattarci alla trasformazione e dovremo imparare a gestirla. Ci sono e ci saranno anche questioni etiche e legali, come quelle sui diritti d’autore e sulla diffusione dei deepfake, immagini e video di persone che fanno e dicono cose sembrando vere e possono ingannare molti spettatori. Ma come dico sempre, le invenzioni non si possono disinventare, nemmeno l’AI generativa. Si può solo imparare a conoscerla e a usarla per il meglio.