Pochi ammettono di usare l’AI per la generazione di contenuti, ma siamo in molti a pensare che la maggior parte la utilizzi per scrivere articoli, tesi, libri e ricerche.
Contenuti che influenzano la cultura di tutti, ma che possono essere profondamente errati.
La “comunicazione artificiale”, perché di questo si tratta, si basa su “scatole nere” di proprietà di aziende che a volte non sanno nemmeno loro cosa ci sia dentro.
Così se domani la “scatola nera” decide che io sia un noto criminale, lo sarò in migliaia di articoli, tesi, libri e ricerche.
E questo è solo uno dei problemi a cui stiamo andando incontro se non ci muoviamo a regolamentare concretamente lo sviluppo delle AI.