Il 40% dei lavoratori a livello globale ha un lavoro che sarà influenzato dall’intelligenza artificiale, avverte uno studio del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Le economie mature – come l’Unione Europea, il Regno Unito e gli Stati Uniti – hanno un’esposizione ancora più elevata, con un numero maggiore di posti di lavoro che richiedono compiti cognitivi.
“Nelle economie avanzate, circa il 60% dei posti di lavoro è esposto all’IA, a causa della prevalenza di lavori orientati alle attività cognitive”, si legge nel rapporto, aggiungendo che “di questi, circa la metà potrebbe essere influenzata negativamente dall’IA, mentre il resto potrebbe beneficiare di una maggiore produttività attraverso l’integrazione dell’IA”.
L’esposizione all’IA è minore nelle economie emergenti (40%) e nei Paesi a basso reddito (29%), ma questi Paesi non dispongono delle infrastrutture e della forza lavoro necessarie per sfruttare i vantaggi dell’IA.
L’FMI ha anche creato un indice di preparazione all’IA, individuando Singapore, gli Stati Uniti e la Danimarca come i Paesi meglio preparati.