I turisti italiani sono sempre più digitali quando devono pagare qualcosa in un Paese straniero. Secondo uno studio internazionale, la carta di pagamento è lo strumento più diffuso durante i viaggi all’estero: l’89% dei viaggiatori utilizza la stessa carta che usa in Italia. Ovviamente andare in giro per il mondo con le banconote o monetine è meno comodo e più rischioso del pagare digitalmente. Tanto più che in diverse nazioni, compresa quella dove vivo, il Regno Unito, tutti sono abituati a pagare sempre tutto con la carta, il cellulare o l’orologio smart, dagli acquisti importanti al caffè.
Anche gli italiani usano sempre più carte di credito e bonifici, dice la Banca d’Italia. Negli ultimi anni i pagamenti digitali sono cresciuti a doppia cifra. Ma il Paese continua ad essere distante da quelli nordici e dalla Gran Bretagna: nel 2019 il 68% delle transazioni sono state effettuate in contanti, contro una media europea intorno al 48%. Ci sono diversi motivi: una maggiore diffidenza verso questi metodi di pagamento, l’infrastruttura tecnologica a volte carente, scarse competenze digitali. C’è anche il problema delle commissioni sui pagamenti digitali.
Il processo però è inarrestabile: piaccia o meno, si va verso un futuro dove tutti i pagamenti saranno per via digitale. Alcuni Paesi sono già lì.
Ad esempio, in Svezia, solo il 13% delle transazioni sono effettuate in contanti, grazie alla diffusione di applicazioni per i pagamenti mobile usate da buona parte della popolazione. In Cina ci sono grandi piattaforme che dominano il mercato, con centinaia di milioni di utenti. In Corea del Sud, il 96% delle transazioni avviene attraverso metodi di pagamento digitali.
Il turista italiano che visiterà questi Paesi (e molti altri) sarà praticamente costretto a pagare digitalmente. Ma soprattutto capirà cosa succederà in Italia nei prossimi anni.