Sui social stanno spuntando i “deinfluencer”, utenti che si impegnano a promuovere modelli di acquisto il più possibile etici e sostenibili, può essere una cosa positiva sia per noi utenti sia per internet in generale. Fare divulgazione su etica e sostenibilità lì dove le persone passano molto tempo, i social, è utile e doveroso.
Comunicare con tante persone su Internet è una straordinaria opportunità, ma occhio a quello che si comunica e a come lo si fa, si deve avere rispetto di chi ci ascolta, legge, segue. Io lo vivo ogni giorno: a volte le persone mi possono criticare o attaccare, ma la maggioranza sono interessate a quello che dico, condividono le mie opinioni e mi fanno sentire la loro vicinanza e il loro affetto. Quindi è importante dare un peso alle proprie parole ed essere guidati da correttezza e senso di responsabilità.
Quindi ben vengano i deinfluencer. Il termine combina le parole “de” e “influencer” per dare l’idea di un influencer che si discosta dal modello tipico di promozione e vendita di prodotti, spostando invece l’attenzione su temi legati all’etica e alla sostenibilità.
I deinfluencer possono a volte essere meno noti degli influencer, ma hanno un seguito leale e attento. Questo è dovuto alla loro capacità di creare un legame autentico con il pubblico, basato sulla condivisione di valori e ideali. Il loro obiettivo non è vendere oggetti o servizi, o almeno non solo quello, ma promuovere un cambiamento positivo nel comportamento delle persone.
Le aziende hanno già intercettato questo fenomeno e stanno iniziando a riconoscere le potenzialità dei deinfluencer. I consumatori, in particolare i più giovani, si orientano sempre più verso l’acquisto di prodotti genuini, non tossici, riciclabili, che non danneggiano l’ambiente e che hanno ricadute positive per la società. Perciò le imprese sanno che, se non riescono a proporre questo tipo di offerta ai clienti, rischiano di perdere la loro fiducia.
C’è però il rischio che i deinfluencer, nonostante le buone intenzioni, possano finire per essere sfruttati dalle aziende stesse per “greenwashing”. È il termine che indica quella pratica ingannevole per cui un’organizzazione spende più tempo e denaro nel tentativo di mostrare a tutti di essere ecologica e sostenibile attraverso la pubblicità e il marketing che nel mettere in pratica azioni concrete per ridurre il suo impatto con l’ambiente.
Naturalmente sta ai deinfluencer valutare le proposte con attenzione e ai consumatori restare critici e informati.