Le persone tendono a preferire le bugie rassicuranti alle scomode verità.
Penso che ce ne siano almeno tre in questo momento di grande trasformazione.
Dieci anni fa i miei speech nei vari convegni si chiamavano “o cambi o muori”, e molti sorridevano dicendo: “Ma noi abbiamo sempre fatto così e per ora va ancora bene”. Belle le cose che dici, ma non ci servono.
La prima scomoda verità è l’Iceberg davanti alle aziende che non sono cambiate, è ormai a pochi metri. Alcuni potrebbero anche evitarlo, ma è tardi perché non hanno più i soldi necessari per cambiare rotta.
Ma le aziende sono fatte di persone e anche loro resistono. Non vogliono cambiare. È scomodo, o per altri, troppo tardi perché non sia traumatico.
La seconda scomoda verità è che oggi nel mondo non c’è più “il lavoro”.
Ci sono persone che hanno competenze che attraggono lavoro.
Non le competenze che impari in un corso di 45 minuti fatto da uno dei tanti venditori online.
Quelle vere. Quelle che coltivi col tempo e in cui acquisisci esperienza.
In pratica quelle per cui qualcuno sia disposto a pagarvi.
Che tu sappia mandare in orbita i razzi o lavorare all’uncinetto, non cambia nulla. Se sai usare gli strumenti giusti per vendere e parli la lingua del mondo, troverai milioni di persone pronte a comprare quello che fai.
Se non sai la lingua del mondo, la puoi imparare gratis su YouTube in 6 mesi.
La terza scomoda verità è che saranno sempre meno quelli che ti daranno da lavorare.
Ci sarai tu e il mercato.
Ci saranno piattaforme che ti semplificheranno la vita e per i meno intraprendenti ci sarà comunque mercato. Paghi X al mese e loro ti portano i clienti, che vogliono maglie o progetti per nuovi razzi.
Ma quindi io che faccio la cassiera! Io il commesso! Io il fruttivendolo! Io l’impiegato! Io l’autista! Rimarrò senza lavoro?
Sì. Se non cambi, sì.
Anche chi preferiva muoversi a cavallo e odiava le automobili ad un certo punto ha dovuto cedere. I cavali sono spariti? No! Sono di nicchia. Pochi e costosi da mantenere.
Il fruttivendolo sparirà? No! Se andate a Notting Hill trovate fruttivendoli che sembrano negozi di alta moda. Pochi e costosi. La maggior parte delle persone la frutta la compra al supermercato e paga con le casse automatiche.
Vi ricordate quanti erano quelli che dicevano “a me il telefonino non serve”?
E quando sono arrivati gli smartphone? Io avevo il P800, uno dei primi con app instancabili e macchina fotografica. Sapete cosa mi dicevano? Bello, ma a me non serve. io mica faccio le foto col telefonino.
E tu da che parte stai?
Preferisci le bugie rassicuranti o le scomode verità?