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Una mia giornata tipo…

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“Marco, com’è una tua giornata tipo?”

Davvero volete saperlo?

Va’ che ve lo spiego davvero, eh! Pronti?

Mi sveglio tardino, perché la notte lavoro sino a tardi. Adoro la notte. Mi piace sia per lavoro, perché nessuno ti disturba. Sia se esco per divertimento, perché non c’è il cielo a ricordarti le cose serie.

Come molti, la prima cosa che faccio è prendere lo smartphone, controllare WhatsApp e le email. Poi verifico se i post sui social sono andati su correttamente e leggo qualche commento.

Faccio colazione con caffè annacquato e qualche biscotto e poi vado a studiare.

Il mio lavoro è fatto all’80% di studio.

Mi informo sulle ultime notizie del mio settore. Ne approfondisco alcune subito. Se sono importanti a volte mi portano via anche parecchie ore nel fare le verifiche e comprenderne i dettagli.

Ci sono quelle legate al mio lavoro, come tutto ciò che riguarda le varie tecnologie e il digitale. Dai social, alle scelte dei big, alle nuove aziende del settore, ai loro risultati.

Altre che hanno a che fare coi miei hobbies, che però non si distanziano molto dal mio lavoro: mondo programmazione, mondo 3D (Blender, virtual studio e collegati). Ma anche il mondo dei gadget e dell’hardware.

Poi scrivo. Scrivo molto. Per i social, per il mio sito, per i miei servizi.

Quasi tutti i giorni entro in studio (ho uno studio video a casa) e registro. A volte servizi, a volte video che comprano le aziende per divulgare i temi legati al digitale. Per esempio ho appena fatto una serie di video sulla sicurezza, dedicati alle persone che lavorano nelle aziende.

Cosí come non passa giorno senza che apra Final Cut per montare pezzi di video o servizi, o Blender per creare nuovi studi 3D. Adoro farli io.

Ho chi collabora con me sia nel montaggio, sia negli studi, ma molte cose devo farle io se voglio comunicare esattamente quello che desidero, nel modo che ho in mente. Per questo non ho mai smesso di programmare, smanettare, imparare nuovi software.

Tutto ciò si alterna con mille “interruzioni”, che vanno dal parlare con chi mi segue l’organizzazione generale, chi il management degli eventi, chi i social, chi alcune parti dei montaggi video e non ultimo con la produzione di Striscia per allinearci sulle varie cose.

Di giorno tendo a non uscire mai. Di sera invece una volta a settimana esco a cena per cose legate al lavoro. Quando riesco dedico una sera al divertimento, che nel mio caso significa uscire, andare nei miei club e conoscere gente nuova, senza mai parlare di lavoro.

Quelli sono gli unici momenti della mia vita in cui non penso a cose legate al mio lavoro.

Altrimenti per il resto non riesco a pensare ad altro…

Ognuno è un po’ pazzerello a modo suo.

Il mio lavoro deriva dalla mia passione per questo mondo, che nasce 40 anni fa e da 30 anni sono così fortunato che è diventata il mio lavoro. Ecco perché faccio fatica a “staccare”. Come si fa a “staccare” dalla propria passione?

In tutto questo interagisco, mai abbastanza, né quanto vorrei, con la mia famiglia, che, povera, mi deve sopportare.

Con Leo si parla di politica, filosofia, società e musica. Vado con lui ai concerti e agli eventi. A volte lui viene con me alle cene di lavoro perché gli piacciono le complessità delle relazioni nel mondo del “business”.

Con Mario di device, videogame e programmazione, perché anche lui è un geek.

Tuttavia quando i miei figli hanno bisogno di me, io lascio tutto e ci sono sempre, e credo di non aver perso mai i momenti importanti.

Questo quando le giornate sono “normali”.

Ma almeno una volta alla settimana succedono cose “anormali”.

Per esempio quando ho le mie lezioni all’Università, passo ore disconnesso dal resto. Così come quando aggiorno le mie slide.

Oppure quando vado ai convegni sto via per due o tre giorni.

Per esempio questo lunedì volo a Roma, il pomeriggio vedo una persona per lavoro, poi vado a visitare la sede della Postale e la sera vedo alcuni amici.

Poi martedì faccio uno speech a Roma la mattina per un’azienda che sta lanciando un prodotto innovativo nel mondo della sicurezza informatica, poi salgo su un altro aereo, volo a Milano e il tardo pomeriggio faccio un altro speech sul futuro del digitale nel settore automobilistico in un convegno delle aziende automotive. Rimango per la loro cena di gala e poi finalmente vado a dormire e ritorno a Londra la mattina.

Insomma, una vita piena, ma piena di cose che ho scelto di fare.

Stressante? A volte sì, ma meno di quello che possa apparire da fuori.

A volte mi stresso di più in vacanza quando vorrei leggere le notizie sulle cose che mi piacciono, ma non posso perché “sono in vacanza” 🙂

Grazie di aver letto sino qui un po’ di fatti miei. Apprezzo molto.

Love,
Marco

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