“Ma sei contro le crypto? Vedo solo post contro…”
Sono 30 anni che lavoro nel mondo digitale e periodicamente ci sono state varie mode.
Ogni volta i giornali scrivevano solo di quella singola moda digitale e le persone pensavano che solo quello fosse il futuro. Nonostante chi studiava questo mondo da anni, continuasse a dire che solo di moda si trattava.
Ricordo quando le prime pagine dei giornali pubblicavano qualsiasi cosa riguardasse Second Life. Tutte le aziende “sbarcavano su Second Life” (i titolisti dei giornali amano questo termine)… Io dicevo e scrivevo che fosse una follia, che non era usabile e stavano tutti impazzendo per il nulla…
E ovviamente ero diventato l’anti Second Life…
Oggi Second Life è un granello di polvere nell’universo.
Finita la moda.
Poi si passa al 2010 in cui si parlava solo Startup. Non c’era un convegno o un evento che non contenesse quella parola. Io ovviamente cercavo di spiegare che, soprattutto in Italia, la quantità di soldi in circolazione per quel settore era ridicola, che nelle tasche degli startupper finivano quattro lire. Che non potevano certo risolvere il problema della disoccupazione giovanile cercando di convincerli a diventare tutti imprenditori.
E ovviamente ero diventato l’anti Startup…
Oggi le startup sappiamo che devono essere ben finanziate e che quello storytelling diffuso era fuffa.
Finita la moda.
Poi dal 2015 la nuova buzzword è stata la blockchain e il mondo crypto ad essa connesso. Ma la portata in termini di comunicazione ora è ordini di grandezza rispetto a 20 anni fa, perché questa volta circolano quantità di denaro impensabili per allora. Il nuovo storytelling parla di futuro, non del presente come fu nel caso del web 2.0 nel 2004.
La grande differenza era che quella definizione descriveva un fenomeno già avvenuto. Perché dal 2000 al 2004 eravamo rimasti in pochi a continuare a produrre per il Web e dopo 4 anni il mondo se ne era accorto… Era cambiato così profondamente che Tim O’Reilly gli aveva dato un nome nuovo. Una nuova versione.
Questo invece è un futuro tutto da dimostrare, spesso poco probabile, affamato di soldi come mai e che brucia buzzword a una velocità mai vista prima. Un futuro che chiamano Metaverso, un termine vuoto, che significa tutto e niente. Oppure lo definiscono Web3. Altro termine vuoto che si riferisce a una decentralizzazione di fatto inesistente. Ma soprattutto tutto alla fine è attaccato alle crypto, perché è da lì che ciucciano soldi alle persone.
Il 99.9% è un Ponzi quando va bene e scam quando va male. La maggior parte dei progetti sfrutta il desiderio di arricchirsi delle persone e la ludopatia latente. Un mondo che questa volta conta su 5 miliardi di utenti Internet nel mondo. I venditori possono essere ovunque nel pianeta e i compratori pure.
È un mondo in cui tutto è anonimo, soprattutto i truffatori.
Vivremo tutti in un mondo virtuale in 3D? Pagheremo solo con le crypto? Avremo NFT per tutto?
Forse sì, forse no, ma una cosa è certa, gli unici che si stanno arricchendo sono quelli che vendono le scatole vuote con scritto sopra crypto, metaverso, NFT.
E ovviamente questa volta sono diventato l’anticrypto…
Ci rivediamo tra 5/10 anni, come al solito…