Spesso si parla di futuro del web senza capire la differenza tra Internet e Web.
Come mai? Non era mai successo prima.
Gli esperti azzardavano ipotesi e gli appassionati cercavano di comprenderle.
Oggi basta un po’ di entusiasmo per il digitale e molti si sentono futurologi.
Per prevedere il futuro bisogna conoscere il passato, così come per fare analisi di politica internazionale bisogna conoscere la storia.
La semplificazione dell’accesso ai vari strumenti ha fatto scattare nelle menti di molti l’effetto Dunnig-Kruger, per cui pensano di conoscere bene una materia che in realtà conoscono solo superficialmente.
30 anni fa quando ho iniziato a fare questo mestiere tutto questo non poteva succedere.
Perchè per andare online bisognava connettersi a una BSS usando ATDTxxxxxxx, gestire tutto da terminale, andare in SLIP/PPP, scegliere uno dei pochi protocolli disponibili. HTTP non esisteva e se volevi fare cose simili a quelle che si fanno ora col browser, potevi usare i newsgroup o IRC (la chat).
E dovevi pure pagare la bolletta telefonica per il tempo di connessione.
Ora si preme un tasto su un device già connesso, si guarda un video di uno che ne sa poco, che però spiega quale sarà il futuro del digitale sparando buzzword sentite in giro.
Se non se ne conosce la letteratura, e quello che c’è dietro, diventa tutto apparentemente facile.
Così gli esperti, che invece conoscono i dettagli del settore da 30 anni, si trovano a discutere coi neofiti sul fatto che esista o meno il metaverso o sullo scam degli smart contract. E se non sono d’accordo con loro si beccano dei Boomer…