Il lavoro c’è, anche al Sud Italia, soprattutto per quelli che lavorano nel digitale, ma dobbiamo continuare a sostenere questa parte del Paese con interventi urgenti e mirati perché continui a crescere.
I dai provengono dall’ultimo rapporto Svimez, l’associazione senza fini di lucro che si occupa proprio di promuovere lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno d’Italia. Secondo la ricerca, nel biennio 2021-2022, il Sud è cresciuto del 10,7%, avvicinandosi al Centro-Nord (+11%) e più del Nord-Ovest che ha registrato, invece, un +9,9%. Tra i settori che hanno più contribuito a questa crescita, oltre ai servizi, all’edilizia e all’agroalimentare, c’è quello dell’ICT (Information and Communication Technology, le tecnologie di comunicazione) e del Digitale.
Vi ho già parlato in altri precedenti post di alcuni progetti di innovazione digitale al Sud. Speriamo che ce ne siano sempre di più e che non restino casi isolati. Se, come sostiene Svimez, il settore tecnologico è in fase di sviluppo, esistono, evidentemente, diversi professionisti che conoscono bene la tecnologia. Eppure, secondo i dati Istat, nonostante ci siano stati dei progressi, la percentuale di individui con competenze digitali di base nel Mezzogiorno si attesta intorno al 30%, notevolmente inferiore rispetto al Nord e al Centro del Paese.
Insomma, il Sud Italia sta avanzando nel campo delle tecnologie e delle competenze digitali, ma c’è ancora molto da fare.
Innanzitutto bisogna puntare sull’educazione e sulla formazione digitale, a partire dalla scuola dell’infanzia fino all’università, passando per la formazione professionale. Questo non solo fornirà ai giovani le competenze di cui hanno bisogno per il mercato del lavoro, ma contribuirà anche a colmare il divario digitale tra le generazioni.
Poi, come ho più volte ripetuto, servono infrastrutture e connettività. Non è possibile che esistano territori totalmente isolati perché non c’è connessione. Bisogna garantire l’accesso a Internet ad alta velocità a tutte le famiglie e a tutte le imprese del Sud. Questo richiederà investimenti significativi in infrastrutture digitali, che dovrebbero essere sostenuti da fondi pubblici e privati.
Bisogna poi pensare, oltre che alla formazione di bambini e giovani, anche a quella degli adulti, in particolare di chi non ha avuto l’opportunità di studiare il digitale a scuola. Servono programmi di alfabetizzazione digitale mirati.
Non c’è altra strada: bisogna investire di più nel digitale se si vuole che il Mezzogiorno continui a crescere.