Le persone sono sempre meno interessate a possedere un’automobile e sempre più disposte a ricorrere ai veicoli in condivisione (sharing) e al noleggio a lungo termine, dice un’analisi di Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).
È qualcosa che sperimento ogni giorno. Vivo a Londra, che nella città metropolitana conta 9,2 milioni di abitanti: qui ci si sposta pochissimo con la propria automobile e solo se si ha qualche ragione particolare per farlo. È scomodo, si perde molto tempo, si spendono molti soldi e il codice della strada è ferreo, basta una piccola disattenzione e la multa arriva direttamente a casa. L’insieme dei mezzi di trasporto di superficie come gli autobus e le metropolitane, i taxi, gli Uber o servizi analoghi, e i veicoli in sharing rendono quasi totalmente inutile e sconveniente l’utilizzo di una macchina privata.
Tanto più che in città spesso non si possono superare le 20 miglia orarie e ci sono sanzioni pesanti per chi commette infrazioni. Per esempio, se si supera anche di pochissimo il limite di velocità, si viene beccati in tempo reale dalle telecamere che monitorano costantemente tutta Londra, non serve essere fermati dagli agenti. Dopodiché si è obbligati a seguire un corso sulle norme vigenti, con tanto di test finale. E non si può barare: se non segui, o segui distrattamente, se ne accorgono. Insomma, non si sgarra.
È questo uno dei motivi per cui ci si pensa bene prima di prendere l’automobile per spostarsi in città. Gli altri sono la difficoltà di trovare parcheggio e l’accesso alle aree del centro, entrambi è molto costosi. Certo, non è la stessa cosa quando si abita fuori Londra, ma anche lì ci sono mezzi e sistemi di trasporto efficienti ed economici.
Il fenomeno sta prendendo piede anche in Italia. Un rapporto sottolinea l’aumento dell’utilizzo dello sharing nelle sue varie forme: se nel 2021 solo l’8% degli spostamenti nelle grandi città si svolgeva attraverso modalità condivise, si prevede che entro il 2030 la percentuale salirà al 23%. Una ricerca di Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio) evidenzia che, mentre l’intero settore dell’auto fa fatica a ritornare ai livelli pre-pandemia, con le vendite ancora sotto del 10%, il noleggio a lungo termine vede una crescita costante. La quota di immatricolazioni di vetture da noleggiare continuativamente per un periodo di tempo prestabilito (e poi, eventualmente, da restituire) è passata dal 12% del 2015 al 23% del 2022.
Tutto questo crea una situazione nuova per l’Italia, Paese che è al secondo posto in Europa per il più alto tasso di motorizzazione, dopo il Lussemburgo, con 666 automobili ogni 1.000 abitanti. Le previsioni sono chiare: la domanda dei consumatori si orienterà sempre più verso i servizi invece che verso il possesso dei beni. Possedere un’automobile non sarà più una scelta obbligata e molti non ne sentiranno più la necessità.
È uno scenario diverso dal passato, al quale ci dovremo abituare: l’importante è che il cambiamento ci aiuti a muoverci nel modo più conveniente.