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Studiare informatica e tecnologia ci dà più possibilità di trovare lavoro

Chi ha studiato informatica trova lavoro con più facilità.

Pensateci bene quando valutate il corso di studi per voi, se siete giovani studenti, o per i vostri figli, se siete genitori: quelli che, tra il 2018 e il 2021, hanno seguito percorsi ICT (cioè triennali e magistrali dedicate alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione), sono entrati nel mondo del lavoro con un ritmo di crescita del 9% medio annuo, dicono le statistiche del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica sui laureati in Italia.

È andata ancora meglio ai soli “laureati informatici”, quelli che hanno preso una laurea specifica in scienze dell’informazione e ingegneria informatica: il tasso di crescita è dell’11%.

La verità è che tante aziende hanno disperatamente bisogno di figure professionali di questo tipo ma non le trovano.

L’Italia è al di sotto della media europea per laureati in discipline scientifiche (in gergo Stem, Science Technology Engineering and Maths, scienze, tecnologia, ingegneria e matematica): sono il 24,5% del totale, meno di uno su cinque, mentre la media è del 26%, dice l’Osservatorio Stem di una fondazione.
Il loro successo è confermato dai numeri: a un anno dalla laurea il tasso di occupazione è dell’80%, contro il 68,1% degli altri laureati.

Quindi, se siete portati per queste materie, vi interessano e avete intenzione di approfondirle all’università, sappiate che sono quelle giuste per darvi più garanzie di un posto di lavoro. E non c’è soltanto la laurea in informatica. Il mondo del digitale può offrire diverse opportunità a chi ha voglia di studiare ed applicarsi.

La disoccupazione giovanile è un grave problema, ma si può contrastarla facendo scelte adeguate.

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